mercoledì 18 settembre 2013

"Dagger - La luce alla fine del mondo"


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Una donna viene rapita e violentata nel tempio perduto dove il dio Ktisis sacrificava i suoi figli e dà alla luce una creatura blasfema.
Vorrebbe ucciderlo con le sue stesse mani, ma presto scopre che questo è impossibile: Dagger è immortale, è nato per riportare in vita Kabal, un antico dio pietrificato in cima al monte Golconda sin da quando la sua anima è stata esiliata per opera del suo rivale e fratello Angra.
Quando la donna si presenta con il bambino all'inespugnabile fortezza dei Guardiani, il sacro ordine che da sempre veglia sul dio pietrificato e del quale anche lei un tempo faceva parte, questi non ci pensano due volte a spedire Dagger sul mondo Oltre, un mondo parallelo popolato da reietti e assassini dediti al sacrificio umano, dove si ritrova a crescere lottando ogni giorno per la sola sopravvivenza.
Ma compiuti tredici anni, la lunga e violenta menzogna che ha sempre chiamato vita finisce.
Ombre senza volto iniziano a braccarlo nel buio, fiutando il suo sangue divino.
Dagger capisce che nessuno può sfuggire alla propria maledizione, soprattutto quando questa scorre nelle sue vene.

Il seguente romanzo contiene volgarità, elementi di satanismo e scene di violenza grafica.
La discrezione del lettore è avvisata.
È consigliato a un pubblico adulto, ma per il suo contenuto non dovrebbe essere letto da nessuno.
L’autore promette che nel suo romanzo non troverete il nano simpatico, l’elfo elegante, il paladino, i maghi, i maghetti e i vampiri che brillano, né l’ennesima terra delle cinque terre terrorizzata dalle guerre intestine.

Classe 1985, Walt Popester ha navigato per anni in giro per il mondo, lasciando che le differenti culture, lingue, sapori, architetture e religioni contaminassero il suo modo di concepire l'esistenza e di scrivere.
La saga Dark Fantasy 'Dagger' è il risultato di cinque anni di ininterrotto lavoro, passati quasi interamente a cercare l'elemento esotico e il punto di rottura con la tradizione.
Non ha gatti, non ha una coda da cavallo, ha un debole per l'Italia centrale e quasi di conseguenza pensa che una persona non dovrebbe avere più amici di quelli che può ospitare alla sua tavola.